Report
from Tokyo, Spring Summer 2013(Un'esclusiva
di Cristiano Berto per Untitle DV)
Tokyo. La cittá
nipponica per eccellenza, il punto focale di ogni trend mondiale, la capitale
della moda in cui ogni shop e ogni vetrina propongono una loro personale visione,
lontana dai cliché che siamo abituati a vedere in Europa e dove camminando per
le vie principali o in quelle piú nascoste, traspare sempre il buon gusto e la
voglia dei Giapponesi di caratterizzarsi secondo uno stile che é oggi la linea
guida mondiale della moda maschile e femminile.
Il mio tour Giapponese
inizia come sempre con un rapido sguardo a quelle zone che sono per me
significative e importanti perché rappresentano uno specchio di come alcuni tra
i piú importanti negozi e concept shop Giapponesi prevedono e vedono le
tendenze moda. In questo caso Shibuya é il primo punto di riferimento.
É qui che troviamo
Beauty & Youth United Arrows, Beams e Beams+, Ships, Freak Store e altri
importanti shops.
Le vetrine mostrano inequivocabilmente il messaggio del colore e delle linee pulite ed essenziali di capi semplici e istituzionali, dove il punto di forza e pienamente “giapponese” ovvero la riedizione di pezzi classici con forme e vestibilitá moderne.
Le vetrine mostrano inequivocabilmente il messaggio del colore e delle linee pulite ed essenziali di capi semplici e istituzionali, dove il punto di forza e pienamente “giapponese” ovvero la riedizione di pezzi classici con forme e vestibilitá moderne.
Ecco quindi che dove
Beams porta avanti il suo concept “trad” proponendo un gioco di colori come
fuxia, giallo e azzurro come sulle maglie in tricot lavorate a trecce abbinate
a chino nei colori naturali, ma anche a short su fantasie a microdisegni, Ships
si preocupa invece di abbinare al piú bel prodotto Italiano possibile (che in
Giappone é fortemente presente e si rivela come uno dei prodotti piú ambiti
nell'ambito dell'eleganza soprattutto maschile e soprattutto sartoriale) una
serie di accessori di impatto colore particolare, come fazzoletti da taschino e
cravatte o anche i semplici dettagli di camicie a righe sottili e microchecks.
Ancora Beams ripropone fortemente il trench “soutien collar” che é (e sarà) un
trend fortemente presente, ma invece dei seppur interessanti beige tradizionali
o blue istituzionali, lo propone in colori accesi come orange e royal blue. Ma
Beams é anche ricerca e basta salire al secondo piano dello store di Shibuya
per entrare nell'angolo di Beams+ dove
tutto si ridimensiona a un valore piú autentico e basico, con pezzi piú ispirati
al mondo work e military, magari anch'essi reinterpretati nei materiali. Freak
Store, che dal F/W 2013 sará cliente di 1ST PAT-RN, si rivela forse il piú
interessante concept store della stagione: nei suoi tre punti vendita troviamo
una fusione ben giocata e ben coordinata di pezzi tradizionali e istituzionali,
ma rivisti anche qui nel colore e nella forma. Linee piú asciutte, color block
“indossabili” (e non improponibili come purtroppo ci hanno abituato alcuni
brand) e tessuti tradizionali come il mix cotone-nylon 60/40, l’onnipresente
camouflage “duck” e una selezione di brand da far impressione come Engineered
Garments, Or Slow, Battenwear, Remi Relief, New Balance e numerosi altri,
lasciano l'impressione che Freak Store sia questa S/S il piú bel retail di
Tokyo per un mondo casual evoluto.
Ma basta qualche
fermata della sempre comoda e facile da utilizzare metro nipponica per
approdare a Daikanyama e a un “pezzo” di Tokyo che é sempre bello ritrovare.
Qui si giocano “le
carte” del denim e il gruppo di negozi come High Standard e Blue Blue
propongono la miglior selezione di prodotti che spaziano dall'American “Trad”
di High Standard, che riprende un classico spaccio workwear che si potrebbe
trovare in una polverosa strada della periferia di qualche cittá Americana,
dove a pantaloni fatigue in cotone e camicie in denim e chambray si abbinano
capispalla ispirati all'outdoor tecnico
(altro trend fortemente in ascesa che io ho giá da diverse stagioni anticipato
ai miei clienti) fino a Blue Blue che tinge di indigo puro giacche e pantaloni,
camicie e accessori sia per uomo che per donna: da vedere senza dubbio.
Ma Daikanyama offre anche le proposte di Nanamica: che questa stagione punta sui classici Soutien Collar tradizionali della sua collezione doppiati in Gore-Tex: sia in colori tradizionali e a disegnature black watch, che in toni piú accesi. Ma la novitá sono i capi leggeri in Pertex: gilet e giubbotti colorati nei toni arancio e royal blu da indossare sotto giacche e blazer tradizionali e senza dubbio sono un must i blazer “urbani” in lana superfine doppiata Gore-Tex.
Bellissima anche la collaborazione tra Nanamica e The North Face.
Ma Daikanyama offre anche le proposte di Nanamica: che questa stagione punta sui classici Soutien Collar tradizionali della sua collezione doppiati in Gore-Tex: sia in colori tradizionali e a disegnature black watch, che in toni piú accesi. Ma la novitá sono i capi leggeri in Pertex: gilet e giubbotti colorati nei toni arancio e royal blu da indossare sotto giacche e blazer tradizionali e senza dubbio sono un must i blazer “urbani” in lana superfine doppiata Gore-Tex.
Bellissima anche la collaborazione tra Nanamica e The North Face.
L'Army Gym di Nigel Cabourn offre come sempre una sublime
interpetazione di altissima qualitá e di altissima cultura dei materiali e di
manifattura del mondo militare Inglese.
Aldilá delle banalitá a cui troppo spesso ci abitua chi disegna capi militari senza la conoscenza storica degli stessi, Nigel propone pezzi che si permettono il lusso di reinterpretare i grandi classici, di modificarli, di plasmarli a suo piacimento, spostando tasche e dettagli... ma lasciandoli sempre autentici, veri, evocativi. Le vetrine, ad ogni modo, esponevano con forza il Blazer a righe “college” abbinato a denim “military”, tagliati come un cinque tasche ma dal fit loose di un chino army e rigorosa cravatta: un accessorio che é praticamente presente in ogni negozio e che é in assoluto il trend piú forte.
Aldilá delle banalitá a cui troppo spesso ci abitua chi disegna capi militari senza la conoscenza storica degli stessi, Nigel propone pezzi che si permettono il lusso di reinterpretare i grandi classici, di modificarli, di plasmarli a suo piacimento, spostando tasche e dettagli... ma lasciandoli sempre autentici, veri, evocativi. Le vetrine, ad ogni modo, esponevano con forza il Blazer a righe “college” abbinato a denim “military”, tagliati come un cinque tasche ma dal fit loose di un chino army e rigorosa cravatta: un accessorio che é praticamente presente in ogni negozio e che é in assoluto il trend piú forte.
Anche Hollywood Ranch Market, tanto per stare
in zona, non si tradisce offrendo la
miglior selezione di capi ispirati alla tradizione denim, work e military che
si possa trovare: speciali le sue intepretazioni donna di questi mondi. Il giro
non puó che continuare verso le zone di Harajuku, regno del vintage e magari si
potrebbe partire proprio da Cat Street. Qui ci sono una serie di store che
vanno assolutamente visti e dove ad esempio i macro trend dei negozi sopra
citati prendono anche forme un pó piú commerciali e di facile accesso, ma
sempre qualitativamente alte, Cat Street offre anche importanti punti vendita
di brand del mondo outdoor come Patagonia o gli zaini di Gregory sempre molto belli. Se amate l'orologeria vintage e
soprattutto una selezione di Rolex e
Omega da farvi penzolare la lingua per mezza giornata, non potete non
salire al secondo piano di un piccolo stabile dove trovate il piccolo negozio
di Corleone, uno dei piú belli di
Tokyo. Ma é verso la fine di Cat Street e verso la fine del nostro piccolo tour
che si trovano alcune chicche.
Date un occhio, ad
esempio, alle stradine laterali: scoprirete piccoli negozi di denim “alla Japan
maniera” davvero belli: Pherrows, Studio D’artisan, ma anche altri. Basterá poi
attraversare la strada per ritrovarsi nelle vie di Harajuku e far arrivare sera
tardi entrando e uscendo dai piú bei negozi di vintage del mondo, come ad
esempio BERBERJIN. Harajucku poi, offre al ricercatore stanco e affamato una
infinita serie di piccoli caffé, tradizionali e non, dove assaggiare piatti di
Noodles, saporiti Ramen, ma anche dolcetti selezionati e caffé eccellenti con
mischie di tipologie che noi neppure immaginiamo, come le pregiatissime varietá
dallo Yemen offerte con un rito di preparazione con cui solo i Giapponesi sanno
deliziare l'appassionato di caffé come il sottoscritto.
Il mio personale tour
prevede anche altre location, dove il mio lavoro di ricerca e scambio di
informazioni con clienti, art director e collezionisti di vintage Giapponesi,
diventa parte integrante del mio modo di operare... ma che, per ora,
rimangono... “confidential”: ma non si sa mai, continuate a seguirmi magari la
prossima volta ne sveleró qualcuna.
In definitiva Tokyo si
riconferma sempre frizzante, ma matura. Avanguardista, ma non eccessiva.
Tradizionale, ma non banale. Ricca, ma non ridondante.
Il cliente finale
Giapponese trova negozi che non seguono le mode, ma le creano e le propongono,
non trova il “logo” o il marchio fine a se stesso, il prodotto “di moda” o che
“si vende alla massa”: trova proposte, trova ricerca, trova negozianti
coraggiosi che investono sui nuovi
marchi, e il fatto che 1ST PAT-RN in Giappone si stia, con calma e
attenzione, posizionando bene e nei migliori punti vendita, dimostra quanto
maturo sia un mercato che investe sui nuovi progetti, che crede prima di tutto
nei designer con una storia seria alle spalle e con una conoscenza approfondita
del mondo della moda di ricerca e di qualitá, piuttosto che, come accade da
noi, su fenomeni passeggeri e spesso banali.
I trend Giapponesi
quindi confermano e ribadiscono a voce alta che la moda é, e sará sempre, fatta
di una sapiente base, composta da ricerca, conoscenza e analisi di capi base e
istituzionali: ma reinterpetati e riproposti in chiave moderna. Di capi di
qualitá e di manifattura (spesso Italiana e spesso di marchi, appunto, di casa
nostra che si sono affermati bene in Giappone proprio perché hanno seguito la
via del bel prodotto e del giusto rapporto qualitá/prezzo) eccellente e di una
sapiente visione prospettica che guarda avanti. Un lavoro che oggi solo pochi
designer sanno svolgere bene.
Ed é proprio camminando
per le vie di Tokyo e osservando la gente che ci si rende conto di questo, così
come si capisce che un mercato della moda che non offra oggi ai clienti finali
novitá e coraggio nelle scelte é un mercato che non ha molto futuro.
E forse é perché invece
si é sempre scelta la via del coraggio che il mercato della moda Giapponese é
frizzante e in buona salute almeno dagli anni 70, senza cedimenti: una lezione
che molti retailer Europei e in particolare Italiani, sembra non abbiamo
imparato.
(Cristiano
Berto é un consulente stilistico che lavora da trent'anni nel settore della
moda e designer e proprietario del marchio 1 ST PAT-RN)
©
cristiano berto, tutti i diritti riservati.
Che bello!!! Salverò questo report nel caso dovessi partire ;)
RispondiEliminaSecondo me, al di la della moda, è una città da sogno!!
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