"Se vostro figlio dice di voler fare l'artista dovete credergli, non sta scherzando. Magari non diventerà né Papa né Dalai Lama, ma sarà sempre meglio che passare la vita con un rimpianto che gli farà maledire i propri genitori" e ancora "C'è chi vi dirà "ok, ma di lavoro cosa vuoi fare?" perchè l'arte non è considerata veramente un lavoro".
Francesco Bonami è critico e curatore d'are, nel 2003 ha diretto la 50ª edizione della Biennale di Venezia d'arte, intitolata "La dittatura dello spettatore", ha scritto inoltre una serie di manuali riguardanti il mondo dell'arte come “Lo potevo fare anch’io. Perché l’arte contemporanea è davvero arte" e "Si crede Picasso". Ora sceglie di partire delle esperienze personali per sdoganare gli stereotipi e le teppe che ogni artista percorre con "Mamma voglio fare l'artista! istruzioni per evitare delusioni".
Bonami introduce cosi il suo libro “Ho svelato debolezze e amarezze nella speranza che dal mio racconto abbastanza sincero possiate trarre qualche intuizione, qualche regola o suggerimento che vi accompagni lungo la strada del mestiere d’artista con più realismo, ma anche più entusiasmo”. Le critiche sofisticate al mondo dell'arte, al suo meccanismo, trapelano dalle parole dell'autore che non risparmiano artisti, galleristi e collezionisti.
Questa critica al mondo dell'arte, alla cultura del denaro e al sistema contemporaneo che vede l'artista di successo ricco come una star di Hollywood, mossa da Francesco Bonami è allo stesso tempo un invito rivolto agli artisti a non perdere i propri obiettivi dopo il primo successo. "Se v'invitano alla Biennale stappate una bottiglia di prosecco, ma cercate di presentarvi con un lavoro che non faccia pentire il curatore di avervi chiamato." oppure "se apparite sulla copertina di una o più riviste godetevi la visibilità, stappate altre bottiglie di prosecco ma non tirate i remi in barca, non date per scontato il futuro vostro e della vostra arte."
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