I paesaggi incisi da Francesco Casolari, bolognese classe 82, rappresentano un paradosso, un mondo antico e tecnologico, dove da ogni singola linea prendono vita paesaggi metropolitani. L'artista nella sua visione fantascentifica incanala la visione steam-punk partendo da città contemporanee con una proiezione nel futuro. La tecnica utilizzata è l'incisione, un processo minuzioso che richiede molto tempo prima di arrivare all'opera completa. Di seguito una breve intervista con Francesco Casolari per approfondire questa tecnica e il suo lavoro artistico.
Chi è Casolari Francesco?
Ricordi il giorno in cui hai detto "ora sono un artista"?
Francesco Casolari è un
ragazzo ordinario a cui piace stare con gli amici, nuotare e avere le ultime novità
in fatto di streetwear; che però di lavoro disegna città utopiche. Avendo
disegnato e inciso fin da piccolo, penso di essere sempre stato un artista,
anche se da grande pensavo di fare tutt'altro. E' un hobby che si è
trasformato in un lavoro: persone di talento come Fede Piva, proprietario della
Bloodyfrog, mi hanno incoraggiato a disegnare. Forse mi sono sentito un artista
alla prima mostra con la galleria Case Aperte a 23 anni. Qualche giorno fa,
dopo la fantastica collaborazione con l' azienda Keyhole, vedere le mie
t-shirts in tanti negozi e sulle piattaforme online mi son detto: " Ora
sono un designer ". Sicuramente più che sentirmi un artista, mi sento di
far parte di una comunità di creativi: artisti, fotografi, architetti,
designer, stilisti, galleristi, collezionisti. Un micro-mondo che si influenza a
vicenda, di cui ognuno da' una propria versione, ma con un solido background
comune.
Mi puoi spiegare qual' è
il processo per produrre un' incisione? Quanto tempo richiede?
L' incisione parte
incidendo una lastra di zinco ricoperta di cera con un bulino, una sorta di
matita che termina con un ago di ferro. Dopo aver disegnato tutta la lastra la
si immerge nell' acido. L' acido corrode dove non c' è la cera, lungo i tratti
del disegno inciso dal bulino. Abbiamo così una lastra cromata con inciso tutto
il disegno. Si spalma la lastra con l' inchiostro, che entra nei canaletti del
disegno,creati dalla corrosione dell' acido. Si ottiene quindi una specie di
enorme timbro: la matrice, su cui si appoggia sopra un foglio di carta che poi
si passa sotto un rullo, il torchio. Per pressione il disegno dalla matrice
passa al foglio, ottenendo la stampa. Con questo processo si creano dalla
matrice vari multipli di stampa. Questa tecnica dell' incisione viene chiamata
acquaforte. Io faccio acquaforti di grandi dimensioni circa 1mX1,5m, per
produrre queste opere ci impiego 1300 ore, 8 mesi di lavoro. Grazie alla
possibilità di essere prodotto negli ultimi anni dalla Stamperia 74/b, un'
eccellenza italiana riconosciuta a livello internazionale, il livello tecnico,
di stampa e progettuale si è notevolmente alzato.
I tuoi soggetti sono città
del futuro, questa tua visione avveniristica contraddistingue i tuoi lavori.
Come nascono le opere?
Immaginare il futuro è
interessante, ancora più interessante darne una visione positiva e alternativa
da quello catastrofico che prevediamo. Sicuramente autori come Moebius ed Enki
Bilal hanno influenzato il mio modo di disegnare, come l' artista eBoy. Le mie
opere nascono dalla mia voglia di disegnare, ascoltare della buona musica
elettronica in cuffia, e divagare disegnando strutture, giungle e personaggi.
Mi rilassa molto. Recuperare moduli architettonici del passato attraversati da
astronavi, mixare storia e futuro lo trovo divertente.
Come giovane artista hai
partecipato a fiere e manifestazioni, cosa significano per te e che ruolo hanno
nel tuo percorso? Come ultima tappa il Laguna Art Prize ad esempio.
Forse di base la
contentezza di far parte di un circuito, in cui sono entrato in punta di piedi.
In Italia musei, fondazioni, concorsi, gallerie, manifestazioni creano un
sistema molto buono per l' arte e la cultura. Secondo me il sistema è più
florido di quello che si pensa. Per un artista è difficile avere un percorso
artistico senza gallerie d' arte che ti sostengono, per fortuna ho tre gallerie
con cui collaboro, molto valide: Galleria Case Aperte (Bologna), Bi-Box Art
Space (Biella) e Galleria 74/b (Milano). Il Museo dell' Arsenale è stata una
bella conferma per me, quest' estate con la Galleria 74/b partecipo a una serie
di collettive di grafica in giro per il Giappone: prima tappa Tokyo. Esporre
dove il futuro non si immagina, ma è già presente, sarà la prossima avventura
artistica.
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