lunedì 1 settembre 2014

Interview with Massimo Vitali




Massimo Vitali nasce a Como nel 1944. Sono gli anni sessanta quando inizia a lavorare come fotogiornalista dopo gli studi di fotografia al London College of Printing. Gli anni ottanta segnano la svolta del lavoro del fotografo il quale abbandona la fotografia giornalistica per la sua incapacità di cogliere e riprodurre "la complessità della realtà" a favore di una "fotografia come mezzo di ricerca artistica". La ricerca di Massimo Vitali si sposta sulla vita quotidiana dei propri connazionali, con "visione sterilizzata e compiaciuta della normalità italiana" a tutto tondo, cogliendo i soggetti in situazioni ordinarie mentre si rapportano con la collettività. Ho avuto l'onore di porre una seri di breve domande al Maestro per addentrasi al meglio all'interno dei suoi scatti.



Massimo Vitali, qual'è il percorso che l'ha portata a diventare fotografo? si ricorda la prima volta con la macchinetta alla mano?

Certo. Come tutti i bambini sono sempre stato affascinato dalla tecnica e dagli oggetti che la compongono.  Uno dei primi oggetti che ho avuto in regalo e' stata una macchina fotografica quando avevo 12 anni.  Da allora il mio destino e' stato segnato.

Il suo percorso si sposta dalla fotografia giornalistica a quella artistica, com'è avvenuto questa svolta?

E' avvenuta per l'incapacità che a mio parere ha la fotografia giornalistica di approfondire le complessità della nostra esistenza.

Le sue opere sono di grandi dimensioni, su plexiglas e alluminio con colori calibrati attentamente. Uno stile che la contraddistingue e permette di riconoscere i suoi lavori. Quand'è avvenuto il primo scatto? come mai predilige i grandi formati?

La prima foto che ho deciso di ingrandire e' stata scattata nel 1994 e la mia ricerca allora verteva sulla possibilità dello spettatore di poter apprezzare sia il totale di un'immagine che i differenti dettagli muovendosi fisicamente dentro e fuori l'immagine stessa.

Nei suoi lavori immortala il "culto del tempo libero", gruppi di persone in scene di festa e di relax, come per i progetti Disco e Pools. Cosa cerca in questi scatti?

La mia ricerca parte più dallo studio del lato sociologico-storico della nostra società che dalla specificità dei luoghi e dei momenti di tempo libero.  Ovviamente è più facile osservare su una spiaggia i piccoli dettagli della vita di ognuno di noi.



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