lunedì 19 settembre 2016
Interview with Lucio Schiavon
Lucio Schiavon è illustratore e disegnatore italiano, classe 1976, che lavora e vive a Venezia, città da cui trae ispirazione per i suoi progetti. Ha pubblicato numerosi libri e racconti illustrati come "Io gran gatta lui e il Super", "El Mostro" e "Carnet dal Togo", "Hubble e il cielo", "Il Genio del Bosco", "Gerardo e strane visioni" e "cartoline inedite Venezia". Negli anni ha collaborato con Fabrica, centro studi e ricerche, oltre a numerose testate internazionali, sviluppando uno stile personale che ne caratterizza i lavori. Con molto piacere di seguito trovate la mia intervista a Lucio.
Chi è Lucio Schiavon e qual'è il percorso che ti ha portato a diventare illustratore?
Ciao Andrea e grazie per questa opportunità!
Il percorso parte dal mio amore per i vecchi cartoni animati della Hanna-Barbera, il mr. Magoo di John Hubley e dei lungometraggi di Bruno Bozzetto "Vip mio fratello superuomo" tra tutti, che mi incollavano letteralmente alla tv da bambino! Poi spedito in camera mi mettevo a disegnare provando a rifare quello che avevo visto, perchè era come se volessi avere "quel mondo colorato" tutto per me! Quei fondali e personaggi nonostante sia passato molto tempo sono ancora adesso i miei punti di riferimento. Per quanto riguarda invece la professione dell'illustratore è stato un percorso che ho valutato nel tempo. In realtà mi sarebbe piaciuta la pittura ed avevo studiato all'Accademia di Venezia ma dopo poco mi sono accorto che quel percorso poteva avere mille strade molto diverse e in quel momento avevo bisogno di più certezze anche lavorative e per questo ho scelto la strada dell'illustrazione che ti obbliga a metterti a disposizione di un concetto o di un pensiero e comunicarlo attraverso la tua "arte”
Mi puoi parlare del tuo stile di disegno, quali sono i tratti caratteristici che contraddistinguono le tue illustrazioni? la tua produzione spazia fra poster, cartoline, grafiche pubblicitarie, libri e video, un repertorio ricco e importante di lavori in differenti forme e formati.
Penso di avere poca confidenza con le prospettive (ahahaha) e per questo sono tutte "architettonicamente sbagliate" ma è ormai il mio marchio di fabbrica.
Continuo a preferire le immagini piatte come lo stile dei vecchi cartoni animati, trovo che sia efficace lavorare a vari livelli tra personaggi e ambientazioni usando le “quinte” come se fosse uno teatrino di ombre cinesi. Nel tempo e con l'esperienza ho visto che questo modo di lavorare si prestava non solo all’editoria (il campo che mi ero scelto) ma a vari media visivi e successivamente con l'esplosione della rete c'è stato l'incontro con l'animazione.
Ho a casa nella mia libreria "Come fare il tassista a New York e guadagnare fino a 300 dollari al giorno", un tuo libro-poster illustrato geniale che racconta questa storia; come nasce l'idea di questo libro?
Tutti devono avere nella propria libreria "Il tassista.." (ahahaha)
Il progetto nasce dal un titolo, mi era sempre piaciuta l'idea del critico d'arte Francesco Bonami che per la Biennale di non mi ricordo che anno disse: "prima pensiamo al titolo e poi facciamo la mostra".
Questo concetto ho voluto metterlo in pratica con il disegno, quindi prima ho scelto il titolo e poi ho fatto i disegni. Per il formato invece ho voluto togliere il "concetto" del libro tradizionale e lavorare sul concetto di "mappa" pensando ad un percorso di scoperta che parte dalla copertina e arriva all'apertura totale del poster seguendo un percorso narrativo visivo. In più è un piccolo prodotto, poco costoso che si può appendere e consultare.
"We all to design it is the only way not be designed" è una stampa monocromo nata in collaorazione con Fallani Venezia, che ruolo ha una stamperia d'arte storia come questa nel lavoro contemporaneo di un illustratore?
Con Gianpaolo Fallani ci siamo visti parecchie volte pensando di fare qualcosa assieme ma senza mai niente di concreto. Poi un giorno comprai una penna nuova che aveva un tratto molto grafico che ho chiamo "la pragmatica" e disegnando mi sono immaginato questo tratto stampato in serigrafia perché è un tratto che non permette sfumature e quindi perfetto per questo tipo di stampa serigrafica. Sono andato da Gianpaolo con il disegno e abbiamo deciso fare dei poster 100 x 70 per Natale e finalmente abbiamo fatto qualcosa assieme!
Hai collaborato con numerosi giornali e riviste, mi racconti qual'è stata la richiesta più particolare e divertente che hai ricevuto da disegnare?
Un aneddoto non divertente ma sicuramente particolare. Mi arriva la mia prima commissione con la rivista Monocle, da illustrare un articolo sulla situazione degli immigrati nelle periferie di Parigi e cosa stava facendo il governo Hollande sulla integrazione degli stranieri e sulle cellule terroristiche che si andavano formando. Io ho fatto un arabo armato e vestito con la giubba di Napoleone che chiedeva la carità. Andava bene, tutto ok. Dopo poco mi scrive l'editor e mi chiede di cambiare l'arabo in Hollande entro 10 minuti perchè stavano andando in stampa e non sò ancora come sono riuscito a trasformare un arabo nel presidente francese in pochi click. Dopo poco sono successi i fatti di Parigi e questa immagine mi sembrata quasi profetica.
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