Francesco Arena, 1978, è nato a Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, oggi vive e lavora a Cassano delle Murge, Bari. I lavori dell'artista sono contraddistinti dal processo dell'artigiano, tradizione e cultura, uniti ad un contesto contemporaneo con cui crea sculture e installazioni che rievocano la memoria nazionale collettiva. I progetti di Francesco Arena vogliono essere come un approccio storico ma allo stesso tempo critico, degli avvenimento che hanno contraddistinto il nostro tempo e che non devono essere dimenticati. "s.t. (Como)", "Torre", “L’alfabeto senza la x e la j sulla prima pagina della Repubblica del 12 settembre 2001", "s,t", “Cappella oscillante” sono alcuni dei lavori con cui l'artista mette in luce ciò. Di seguito vi propongo l'intervista con l'artista.
Chi è Francesco Arena e qual'è il percorso che ti ha portato a "fare l'artista"?
Sono nato nel 1978 in un piccolo paese in provincia di Brindisi, da bambino volevo fare il veterinario poi invece mi sono ritrovato a fare l’artista.
Lavori principalmente con la scultura come mezzo espressivo, che ti permette di delineare e di raffigurare la tua ricerca artistica caratterizzata dalla storia, sia essa culturale, politica e sociale; come nasce questa ricerca e come si trasforma in opera?
La ricerca non nasce da un piano prestabilito, semplicemente un po’ alla volta si chiarisce da se’ imponendosi come ossessione e diventando opera attraverso una serie di ragionamenti, di esercizi anche che danno come risultato finale un oggetto non più astratto ma con una sua consistenza fisica quindi concreto.
"Between cubes" è una tua serie caratterizzata da due cubi di differenti materiali collegati da un filo in tensione che richiama un personaggio storico, correlando la lunghezza del filo all'altezza di quest'ultimo; come nasce questa serie e come si colloca all'interno dei tuoi lavori?
Ho lavorato molto sull’idea di ritratto, di cosa è un ritratto e in particolare su come può essere un ritratto realizzato con qualcosa che non sia una macchina in grado di restituire un immagine realistica della persona ritratta, un ritratto in astrazione in un certo senso che però contiene in se’ un dato realistico riguardante la persona ritratta, in questo caso l’altezza. La serie Between Cubes si colloca in questa ricerca affianco ad altri lavori come le Divisione del quadrato ed altri.
Ho lavorato molto sull’idea di ritratto, di cosa è un ritratto e in particolare su come può essere un ritratto realizzato con qualcosa che non sia una macchina in grado di restituire un immagine realistica della persona ritratta, un ritratto in astrazione in un certo senso che però contiene in se’ un dato realistico riguardante la persona ritratta, in questo caso l’altezza. La serie Between Cubes si colloca in questa ricerca affianco ad altri lavori come le Divisione del quadrato ed altri.
La mostra al TRA, che ho avuto piacere di visitare, riassume l'essenza dei tuoi lavori, si presenta come mutevole e caratterizzata da una serie di richiami, mi puoi raccontare quest'esposizione? come avviene l'interazione fra spettatore e opera?
Nello spazio di TRA ho deciso di riprodurre in scala 1:1 il perimetro del mio studio, luogo generalmente privato e dove le opere prendono forma almeno da un punto di vista progettuale, quindi all'interno del perimetro sono state presentate le opere che nel periodo in cui lavoravo al progetto per TRA erano presenti in studio, a questo punto ho deciso di dare movimento allo studio facendolo camminare insieme con le opere all'interno dello spazio di TRA che ha una superficie maggiore rispetto al mio studio. Le opere invece di essere ferme sono in movimento, il pubblico può girare intorno alle opere ma anche le opere possono girare intorno al pubblico, mi sembrava un modo per stabilire un dialogo più fisico tra il corpo del fruitore e il corpo delle opere.
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