Thomas Braida, classe 1982, vive e lavora a Venezia. Le sue opere sono caratterizzate da colore e da soggetti grotteschi che si incontrano, siano essi mitologici, storici o narrativi. Il tratto dell'artista è ben visibile anche nelle sculture, le quali diventano forma materica dei soggetti delle sue opere. SOLO è la personale a Palazzo Nani Bernardo curata da Caroline Corbetta, un dialogo fra le opere e lo spazio nobile veneziano perfettamente in sintonia. Di seguito vi propongo la mia intervista a Thomas per l'occasione.
Chi è Thomas Braida e qual è il percorso che ti ha portato a definirti artista?
Be, sono io, ed è stato così, un giorno mi hanno dato dell'artista e mi sono sentito a mio agio.
Ci sono voluti trentanni circa, anche per capire cosa stavo facendo, ci sto ancora lavorando su.
La tua ricerca artistica è caratterizzata da una pratica quotidiana che ti porta a dipingere in modo quasi ossessivo; all'interno dei tuoi quadri si trovano soggetti irreali, non definiti e spesso confusi attraverso un alterazione della realtà. Come avviene il tuo processo creativo e come tramuti le tue idee in disegno?
Ho sempre disegnato, è un po' automatico per me, non ho bisogno di un idea per farlo, spesso comincio, ed è il disegno a suggerirmi che fare, mano a mano. Ci trovi dentro, le mie letture, la mie vicissitudini, una spolverata di politica se è il caso.
Dalla Fondazione Bevilaqua La Masa, passando per Il Crepaccio, e la personale alla Monitor, i titoli dei tuoi lavori presentati sono molto evocativi, pensi prima al titolo oppure all'opera? Come nasce?
Anche in questo caso, è un ping-pong tra le immagini e parole che ho in testa e quello che dipingo, non ho un metodo, certe volte parto da una cosa specifica, che ne so "venere", poi cambio tutto, altre comincio solo a sporcare una tela. Il titolo magari, lo cambio molte volte, anche mesi dopo. No rules.
Ha inaugurato a Venezia la tua personale SOLO, curata da Caroline Corbetta, mi puoi raccontare questa mostra? Cosa la caratterizza e che opere sono esposte?
Le opere, la maggior parte comprendono più anni della mia produzione, una specie di retrospettiva; altre sono state pensate per lo spazio, un piano nobile Veneziano già molto caratterizzato, quindi vanno a collocarsi ad hoc, come fossero sempre state lì. Cosicché l'atmosfera del luogo risulti stravolta, di un sapore ambiguo.
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