Luca Pozzi all'Edicola Radetzky installa Signal (The Dragon’s Egg); la scultura in bronzo dalla forma brancusiana è parte della serie di Dragon’s Eggs, che Luca Pozzi descrive come "il risultato di una collaborazione con l'istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), che le ha equipaggiate di veri scintillatori muonici in grado di percepire il passaggio nella scultura di particelle subatomiche altrimenti invisibili, segnalandole tramite l’accensione di un led. Sono elementi arcaici, ma alludono alla massima smaterializzazione, all’entanglement quantistico, alla discrezione dei neutrini. Per me sono delle ͞WIMP͟, letteralmente ͞buone a nulla͟, ma che in gergo scientifico rappresentano l’acronimo di Weakly Interacting Massive Particle. Mi piace immaginarle come uova di drago vecchie 13,820 miliardi di anni". La scienza è un elemento caratterizzante delle opere dell'artista, una ricerca di rendere visibile quello che spesso si può spiegare solamente a formule, di rendere l'attimo infinito.
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