sabato 30 giugno 2018
Manifesta 12 _ Report from Palermo
Manifesta per la sua dodicesima edizione è stata ospitata da Palermo, un occasione per scoprire i progetti sviluppati per la biennale europea nomade e i numerosi luoghi coinvolti della città fra le sedi ufficiali, i progetti 5x5x5 e i collaterali. Il giardino planetario. Coltivare la coesistenza è il tema scelto dai curatori Bregtje van der Haak, Andrés Jaque, Ippolito Pestellini Laparelli e Mirjam Varadinis, come un dialogo fra la città e la manifestazione sul ruolo storico-sociale.
Il Teatro Garibaldi è il fulcro di quest'edizione, luogo per incontri, workshop e proiezioni fino alla chiusura della biennale; da qui inizia la mia selezione dei progetti e delle sedi che più mi sono piaciute. Nelle vicinanza del teatro si trova l'installazione della performance Palermo Procession di Marinella Senatore messa in scena durante i giorni del vernissage. Da qui spostatevi all'orto botanico che ospita i lavori di Michael Wang, Malin Franzen e Alberto Baraya con il suo erbario di piante artificiali, l'associazione Radiceterna presenta una biblioteca dedicata al tema con un opera video di Allora&Calzadilla; nella vicinanze si trova il Palazzo Forcella De Seta messo in sicurezza e aperto per l'occasione che espone l'opera di Patricia Kaersenhout con il progetto The soul of salt, Erkan Ozgen e Forensic Oceanography con delle video installazioni relative all'immigrazione e le tratte mediterranee. Palazzo Butera, sito in restauro e riqualificazione, al primo piano si presenta l'opera di Fallen Fruit sul commercio internazionale e la contaminazione sociale attraverso le differenti varietà di frutti oltre al video di Melanie Bonajo che mette in luce l'alienazione della popolazione occidentale. Da qui si può passare all'oratorio di San Lorenzo con l'audio della performance di Nora Turato e al Giardino del Giusti. Lungo via Maqueda si incontra il lavoro di Yuri Ancarani per poi arrivare ai Quattro Canti con l'installazione-performance TUTTO di Matilde Cassani, un interazione culturale del barocco contemporaneo siciliano caratterizzato dalla contaminazione culturale. Al vicino Palazzo Costantino si trovano gli scatti di Roberto Collavò sulla costa a sud di Palermo e il progetto dei Masbedo, un indagine sociale sulla Palermo contemporanea. Per terminare a Palazzo Ajutamicristo vi sono le opere di Filippo Minelli, James Bridle e The Peng! collective con Call a Spy.
L'interazione fra la città e Manifesta porta sapientemente il visitatore alla scoperta di luoghi spesso non accessibili e chiusi di Palermo attraverso le vie del centro storico. Facile è rimanere colpiti dalle sedi della biennale come Santa Maria dello Spasimo e l'Oratorio di San Lorenzo, o per chi ha avuto l'occasione di vedere l'opera dei Masbedo all'archivio di Stato, rimasta aperta solo pochi giorni durante il vernissage. Per gli appassionati d'arte come il sottoscritto è un evento da non perdere, rimarrà aperto fino al 4 novembre 2018, interessanti sono gli artisti e i progetti sviluppati ad hoc, mentre per chi ancora non fosse convinto di andarci ve la consiglio! oltre all'arte contemporanea che ha invaso la città, Palermo offre arancini e cannoli deliziosi, per quest'ultimi consiglio quella delle monache di clausura del convento di Santa Caterina.
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