Dal 20 maggio al 27 giugno si terrà la terza edizione della Venice Design Biennial. La manifestazione dedicata al design in laguna propone una serie di itinerari alla scoperta delle maestranze di giovani designer e nomi affermati nazionali e internazionali attraverso cinque progetti espositivi curati. Di seguito l'intervista con i fondatori del progetto Luca Berta e Francesca Giubilei.
Come nasce la Venice Design Biennial e chi c'è dietro al progetto?
A Venezia non ci sono progetti espositivi che parlano di design, eppure la città ospitando un anno la Biennale d’Arte e quello successivo la Biennale Architettura, è uno dei palcoscenici più importanti al mondo per l’espressione del contemporaneo. Il design sempre più in dialogo con entrambe questi mondi, quasi come una cerniera attraverso cui arte e architettura possono trovare una sintesi, è un linguaggio creativo che esige nuovo spazio anche a Venezia. La Venice Design Biennial nasce nel 2016 per colmare questo vuoto attraverso la creazione di una nuova piattaforma espositiva che cerca di mettere in relazione la cultura del progetto, la ricerca dei materiali e delle tecniche, le nuove tecnologie con il tessuto urbano, prezioso e antico della città dove viviamo e lavoriamo.
Ne è nato un evento biennale della durata di circa un mese (generalmente a cavallo tra maggio e giugno e in parallelo alla Biennale Architettura), composto da una mostra collettiva con un tema curatoriale diverso per ogni edizione e una serie di progetti a corollario distribuiti in città, che creano dei percorsi, delle passeggiate alla scoperta del design contemporaneo internazionale attraverso un’immersione della storia secolare della città. Ogni progetto è costruito in dialogo con il luogo che lo ospita affinché si inneschino dei cortocircuiti estetici e concettuali, che altrove è impossibile esperire. La Venice Design Biennial nasce da un’idea di Luca Berta e Francesca Giubilei, fondatori anche di Veniceartfactory, una società che si occupa di ideazione di progetti culturali e organizzazione di mostre d’arte contemporanea.
Siete giunti alla terza edizione, cosa ha caratterizzato la manifestazione? Quali i progetti da ricordare nelle prime due edizioni?
La Venice Design Biennial si caratterizza per l’attenzione alla costruzione concettuale e curatoriale che sottende ogni progetto espositivo. Non si tratta di presentare gli ultimi progetti e le novità del design, come accade al Salone e Fuori Salone di Milano o a molte fiere, ma di usare i pezzi di design selezionati per costruire delle narrazioni che risuonino con i luoghi che le ospitano. Cerchiamo di proporre un punto di vista diverso, eccentrico, che crediamo possa arricchire l’esperienza del visitatore che incontra il design a Venezia. Questo incontro lo proponiamo costruendo dei percorsi, delle passeggiate alla scoperta della città, che uniscono i vari progetti espositivi. Camminare è una delle azioni che più di ogni altra caratterizzano la vita in città e che accomuna chi vi abita e chi la visita per pochi giorni. Camminando si rallenta e ci si guarda intorno, lasciando spazio all’incontro con la bellezza del design a Venezia. Siamo orgogliosi di tutti i progetti presentati nelle precedenti due edizioni, ne citiamo tre a titolo esemplificativo per far comprendere la varietà di approcci che si possono proporre quando si parla di design. La mostra Wood Obsession organizzata nel 2016 presso Palazzo Loredan, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti: un’antica biblioteca decorata da una preziosa boiserie lignea che diventa il prezioso contenitore per una collettiva di designer contemporanei che utilizzano il legno. Nel 2018, la mostra Why What Who dedicata al conceptual fashion design e curata dal London College of Fashion, una delle istituzioni educative più accreditate al mondo per questo tipo di ricerca e formazione e infine Aphrodisia, una performance tra cucina e design intorno al tema dell’eros e dell’amicizia, ospitata in una casa privata veneziana.
Non solo design ma anche una narrazione alla scoperta di Venezia, qual è il vostro rapporto con la città?
Venezia è la città dove viviamo e lavoriamo e vorremmo contribuire con i nostri progetti, e in particolare con Venice Design Biennial, a restituirne un’immagine reale e vivace. A dispetto di quanti la descrivono solo come un museo a cielo aperto, spopolata e imbruttita da un turismo irrispettoso, noi cerchiamo di mostrarne gli angoli sconosciuti o i preziosi gioielli architettonici creando un dialogo con la cultura contemporanea, che è ricca e presente in città. Venezia è per noi il terreno fertile da cui possono nascere nuovi germogli creativi, nuove idea, nuove epifanie e conoscenza.
Cosa aspettarsi dalla nuova edizione della manifestazione?
Questa terza edizione sarà un po’ diversa dalle precedenti e non crediamo serva spiegare perché. Dopo un anno di pandemia, il 2021 sarà un anno di transizione e anche il nostro progetto ha mutato un po’ pelle per rispondere meglio, speriamo, a nuove esigenze e stimoli. Ci saranno cinque progetti espositivi: una mostra collettiva dal titolo Design as Self-Portrait che vuole riflettere sul tema tanto attuale dell’autorappresentazione del sé, anche attraverso le scelte di design che si compiono. La mostra Past Forward che coinvolge un gruppo di designer del territorio veneto e colloca le loro opere in dialogo con gli antichi reperti del Museo Archeologico Nazionale, e poi la capsule collection di Pretziada circondata dal ciclo pittorico di Palma il Giovane all’Oratorio dei Crociferi e la designer Jo Cope con la sua performance sul terrazzo del T Fondaco. Alle esposizioni affiancheremo un progetto editoriale (destinato a diventare un libro a settembre) che proporrà una riflessione sull’immagine di Venezia e sul ruolo del design in questa epoca di accelerata integrazione tra fisico e digitale. Proporremo un viaggio visuale attraverso una città ibrida, inesistente ma familiare, integrato con gli oggetti di design che presenteremo durante le mostre reali (non virtuali!) dal 20 maggio al 27 giugno.
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