

Ultravioletto è un progetto che coniuga arte e impresa attraverso un dialogo che sostiene e promuove il lavoro di giovani artisti italiani. Attraverso una residenza gli artisti si interfacciano con l'azienda identificata per dare vita ad un artefanno grazie all'esperienza industriale o artigianale. Ad oggi ultravioletto ha realizzato tre progetti, VENETIAN GOLD con Federico Cantale, Plastopiave con Giulia Poppi e, l'ultimo, di Nicole Colombo con Nord Resine Di seguito l'intervista con Sonia Belfiore, ideatrice del progetto.
Come nasce il progetto Ultravioletto e qual è la sua mission?
Ultravioletto nasce dalla volontà di sostenere la produzione artistica emergente italiana; è un progetto che permette agli artisti di progettare e creare un’opera in dialogo con eccellenze produttive del territorio. L’idea del progetto ha preso forma negli anni, partendo dalle difficoltà legate alla produzione di opere spesso limitata alle possibilità della singola persona, ed è proprio qui che Ultravioletto si inserisce, offrendo agli artisti possibilità di conoscere, sperimentare ed entrare in dialogo con diverse realtà produttive per realizzare un’opera. Se per gli artisti Ultravioletto diventa una possibilità per dare vita a nuove produzioni, per l’azienda rappresenta invece uno strumento per stimolare la creatività interna, promuovere lo spirito di innovazione e raccontare la propria identità con le parole dell’arte contemporanea attraverso un’exhibition copy che rimane negli spazi comuni dell’azienda. Il progetto per l’impresa non si inserisce solo nell’ambito della reputazione e comunicazione ma anche in fattori strutturali come il clima aziendale. Ultravioletto mette in dialogo il mondo dell’arte contemporanea con quello dell’imprenditoria creando percorsi nuovi e virtuosi. L’arte esce dai luoghi preposti alla sua fruizione per avvicinarsi quotidianamente ad un pubblico ampio.
Come avviene la selezione degli artisti e dell’azienda con cui vengono messi in dialogo?
Il progetto è strutturato in modo che artisti ed azienda si scelgano a vicenda, proprio per questo ogni progetto è unico perché viene co-creato con entrambi i protagonisti. Da anni, grazie anche al mio percorso in gallerie e istituzioni strutturate come Galleria Continua Habana e i progetti speciali di Artissima, faccio molta ricerca e lavoro spesso con giovani artisti, parallelamente a questo porto avanti una mappatura di aziende interessanti in termini di valori, processi e prodotti. Inizialmente entro in contatto, o vengo contattata, da aziende caratterizzate da una forte lungimiranza ed attenzione non solo alla cultura ma anche alle sfide del presente, alla sostenibilità, all’inclusività ed al welfare aziendale. Una volta che l’azienda conferma di voler intraprendere il progetto, allineo gli artisti che hanno dei ‘progetti nel cassetto’ con quel materiale o che penso possano esserne incuriositi, i quali decidono se proseguire il dialogo con l’azienda. Le residenze partono dalla ricerca e dalla poetica dell’artista che entra in relazione con i processi produttivi e concettuali delle aziende coinvolte. Le aziende creano per gli artisti le condizioni in cui possano realizzare la propria opera all’interno degli spazi produttivi, con il supporto dei loro tecnici, in stretta sinergia con la realtà aziendale grazie a sopralluoghi in azienda e visite in fabbrica prima dell’inizio della collaborazione. Faccio molti studio visit per conoscere artisti con cui poter collaborare la serietà e la coerenza della ricerca ma anche la capacità organizzativa, collaborativa e pratica, sono aspetti fondamentali per un progetto in cui si entra in stretto contatto con una realtà produttiva. Inoltre ogni artista è invitato ad inviare il proprio portfolio, raccontare un progetto o un’opera a cui vorrebbero dare vita, in modo da provare a proporlo insieme all’azienda più affine.