Corpo, spirito, realtà, percezione, parole e immagini sono al centro della mostra Open-End di Marlene Dumas a Palazzo Grassi a cura di Caroline Bourgeois. L'arista sudafricana presenta oltre cento dipinti, un percorso tra visioni violente ed estreme, visi e corpi nudi di personaggi che hanno segnato la storia, da Pasolini a Dora Maar, Marilyn e Freud, ma anche i suoi cari. "È una mostra sulle storie d’amore e i loro diversi tipi di coppie, giovani e vecchie − racconta la stessa pittrice − Sull’erotismo, il tradimento, l’alienazione, l’inizio e la fine, il lutto, le tensioni tra lo spirito e il corpo, le parole (titoli e testi) e le immagini". L'artista si sofferma sulle storie che ogni dipinto cela, uno sguardo introspettivo del soggetto raffigurato, che parte dall'utilizzo di immagini di giornali, riviste, fotogrammi o polaroid che ridipinge, “Sono un’artista che utilizza immagini di seconda mano ed esperienze di primo ordine”. Ma allo stesso tempo per l'artista "La pittura è la traccia del tocco umano, è la pelle di una superficie. Un dipinto non è una cartolina." racconta così la mostra personale a Venezia.
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