martedì 26 luglio 2022

Together (A)part _ Danny Burrows



Together (A)part è il progetto fotografico di Danny Burrows sulla comunità enigmatica del Bruderhof, attraverso una serie di ritratti, di immagini documentarie e poetiche della vita dei membri della comunità, della zona circostante e delle loro abitazioni. Il progetto oggi stà diventando un libro finanziato attraverso Kickstarter e accompagnato da una serie di scatti in edizione limitata. Di seguito una breve intervista con Danny sul lavoro.

Parlaimo di Togheter (A)part, com'è nato il progetto?
Ho incontrato dei giovani membri di una comunità che lavoravano in un centro di distribuzione a Calais, in Francia, al culmine della crisi umanitaria dei rifugiati. Mi incuriosiva sapere chi fossero queste persone dall'accento americano e dall'abito religioso tradizionale che mandavano i propri adolescenti a fare volontariato in un ambiente piuttosto angosciante. Ho contattato la comunità al mio ritorno nel Regno Unito e dopo un anno di trattative e piccole prove da parte loro, come tenere una lezione sulla crisi dei rifugiati nella loro scuola nel Kent, mi è stato permesso di documentare la loro vita.

Quanto parli, nel tuo caso scatti, di "another life" a cosa ti riferisci?
Il loro stile di vita è unico. Come gruppo religiosa, praticano ciò che predicano, donando tempo, energia e risorse a chi ne ha bisogno in varie forme. Vivono in comunità chiuse, dove nessuno possiede beni o proprietà personali e non ci sono dispositivi digitali personali, quindi la vita è piuttosto pura e priva di distrazioni. Sebbene ogni comunità abbia una "fabbrica" in cui tutti lavorano (gratuitamente), i profitti del loro lavoro sono destinati a sostenere l'intera comunità e altri enti di beneficenza che considerano in linea con i loro valori. La comunità pratica una forma di cristianesimo anabattista e pertanto gli adolescenti e i giovani adulti scelgono di unirsi alla comunità e alla fede quando sono abbastanza grandi da decidere da soli. Ci sono molti altri modi in cui la loro vita è diversa dalla nostra e noi (le comunità mondiali) potremmo imparare molto da loro.

Adesso il progetto è diventato un libro, qual'è la sua narrazione?
La narrazione è ricca di sfumature, parlata con il linguaggio della luce, con riferimenti a dipinti religiosi preraffaelliti e rinascimentali e allo stesso tempo ai lavoro di narratori fotografici come Tanja Habjouqua, che lavora e ha tenuto un workshop a Zurigo a cui ho partecipato ed è stato di grande ispirazione per i miei metodi e la mia pratica.

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