giovedì 17 ottobre 2024

Manifesta 15 | Barcellona



Manifesta 15 a Barcellona curata da Sergio Pardo dal titolo Cure and Care, Imagining Futures e Balancing Conflicts, i tree cluster che ne hanno definito i focus, ruota attorno all'area metropolitana della città, dodici luoghi che affrontano il presente attraverso le problematiche che stanno vivendo e proponendo soluzioni future attraverso visioni sostenibili, giustizia e inclusione legate non solo al centro città ma anche all'area metropolitana. Per visitare le numerose sedi sono necessari tre giorni in quanto gli spostamenti con i mezzi pubblici impegnano circa un ora, ma tutte le sedi esterne sono ben collegate ma l'ideale è focalizzarsi sui cluster ed esplorarli uno ad uno. 
Cure and Care indaga il potere terapeutico della cultura e la connessione tra mente, corpo e ambiente ed è situato al Monastero di Sant Cugat e la Collserola con le città di Granollers, Sabadell, Sant Cugat del Vallès e Terrassa, protagoniste della rivoluzione industriale catalana. Le sedi ospitano i lavori di numerosi artisti tra cui Antoni Miralda, Bea Bonafini Chiara Camoni, Diana Policarpo, Eva Chettle, Fanja Bouts, Judy Chicago, MASBEDO, Tanja Smeets e Wu Tsang in dialogo con i luoghi che li ospitano e la loro storia. 
Balancing Conflicts è dedicato al tema dello sviluppo e della conservazione e si sviluppa all'interno di Casa Gomis, costruita nel 1963 dall'architetto Antoni Bonet con i lavori di Anca Benera & Arnold Estefan, Carlos Pérez Siquier, Fina Miralles, Larry Achiampong, Paisanaje, Ruta Putramentaite che rivivono la casa e lo spazio circostante, ma anche la sede dell'editore Gustavo Gili e due magazzini dell'ex-distretto tessile. 
In fine Imagining Futures si concentra sull'area del fiume Besòs, simbolo di rinascita e sviluppo sostenibile in una zona caratterizzata da disuguaglianze socioeconomiche con le Tre Ciminiere di Sant Adrià, un residuo dell'era industriale dismesso nel 2011, che diventano il luogo dove i lavori trovano luogo, Mike Nelson, Claire Fontaine, Jeremy Deller e numerosi altri artisti invitati interagiscono con lo spazio industriale e affontano il tema sociale attraverso la sua storia. Il cluster inoltre presenta una seconda sede a Matarò all'interno del carcere, utilizzato come prigione politica sotto il regime franchista, dove si trovano le opere di Asad Raza e Domènec, una riflessione inclusività e giustizia sociale.

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