La Fondazione Merz presenta DEADHEAD di Yto Barrada in collaborazione con il MAO. Il titolo richiama la pratica botanica di rimuovere i fiori appassiti per stimolare nuova crescita, metafora di un ritorno all’essenziale per liberare nuove energie. L’esposizione raccoglie opere rappresentative della ricerca dell’artista, tra cui film, sculture, installazioni e tessuti, ispirandosi alla teoria del colore di Emily Noyes Vanderpoel. Vanderpoel trasformava immagini in griglie cromatiche armoniche, concetto che Barrada reinterpreta nella serie Color Analysis. Qui, griglie di velluto tinte a mano traducono immagini tratte dalla collezione d’arte islamica del MAO e da un disegno di Marisa Merz, usando pigmenti naturali realizzati nel suo “eco-campus femminista” The Mothership a Tangeri.
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